L'ALSI esulta per la sentenza 2013 del TAR Lazio
I laureati in Informatica del vecchio ordinamento possono finalmente sostenere l’esame di stato per l’abilitazione alla professione di ingegnere dell’informazione.
Sono trascorsi 11 anni da quando la circolare “esplicativa” del MIUR ha vietato ai laureati in informatica del vecchio ordinamento di esercitare la professione che svolgevano da decenni. Proprio i precursori, i primi laureati, i professionisti più esperti hanno dovuto subire una enorme ingiustizia. Le attività di progettazione sono diventate di punto in bianco riservate agli iscritti all’ordine degli ingeneri ed essi non potevano nemmeno sostenere l’esame di abilitazione che gli avrebbe consentito di iscriversi a tale ordine.
E’ una storia alla quale è impossibile credere. Ci sono voluti 11 anni di proteste e ricorsi ai TAR, ed una decina di sentenze legali e pareri del mondo scientifico a noi favorevoli per sancire un principio che sembrava banale sin dall’inizio: le lauree informatiche del vecchio ordinamento e quelle del nuovo sono la stessa cosa. Punto. Il Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica con le sei Università costituite in giudizio (Firenze, L’Aquila, Udine, Genova, Salerno e Basilicata) dovrebbe ormai aver capito che i laureati che hanno conseguito un titolo di studio con notevole impegno e fatica non possono essere maltrattati e che chi esercita una professione non può essere privato del proprio lavoro.
Il danno subito dalla categoria è enorme. In questi undici anni molti laureati hanno dovuto conseguire una seconda laurea. Alcuni hanno dovuto rinunciare ad incarichi ed a progressioni di carriera. Molti non hanno potuto partecipare a gare e concorsi. Solo adesso scopriranno che saranno sempre soccombenti in tutte quelle gare in cui è richiesta l’anzianità di iscrizione all’ordine.
Il Ministero, le Università, le segreterie ed i rappresentanti del mondo delle professioni e delle istituzioni la smettano adesso di ostacolare gli Informatici ed il progresso scientifico e tecnologico che essi rappresentano. Non dimentichino che l’Italia è sempre nelle peggiori posizioni nel ranking mondiale dell’ICT a livelli spesso considerati da “terzo mondo” e questo a causa di scelte sbagliate come il tener fuori dalla progettazione ICT proprio i professionisti più esperti.
L’ALSI resta a disposizione delle istituzioni che volessero condurre un dialogo costruttivo sui temi dell’ICT e nel contempo invita tutti coloro che subiscono discriminazioni per il proprio titolo di studio in Informatica a mettersi in contatto con l’associazione.
Potenza, 2-12-2013
Il presidente ALSI
Gaetano Di Bello
ALLEGATO: Sentenza del Tar del Lazio scaricabile anche da http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Roma/Sezione 3B/2002/200209169/Provvedimenti/201310163_01.xml
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Sentenza Tar Lazio Sez. IIIBIS Sent. 10163-2013 Registro Ricorso 9169-2002.pdf | 85.89 KB |